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I piccoli e medi impianti idroelettrici non siano più considerati di pubblica utilità. Stop alle speculazioni sui torrenti naturali

04 Aprile 2019

Il Gruppo Consiliare deposita un ordine del giorno

 La Giunta regionale si impegni a individuare tutte le azioni possibili affinché i piccoli e medi impianti idroelettrici – il cui apporto al fabbisogno energetico è limitato a fronte, però, di un significativo impatto ambientale – non siano più considerati di pubblica utilità, impedendo in tal modo l’automatismo dell’esproprio. È la richiesta formulata dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia in un ordine del giorno, depositato oggi, giovedì 4 aprile, durante l’esame in corso della legge “omnibus”.
Nel concreto, togliendo la qualifica di pubblica utilità, chi vorrà costruire un impianto idroelettrico della potenza nominale inferiore a 3 mila kW dovrà avere la disponibilità dei fondi per la costruzione e la messa in esercizio delle relative piccole derivazioni.

«Le mini centrali idroelettriche – dichiara il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo – hanno un impatto ambientale sui torrenti naturali che è ben superiore rispetto ai benefici che portano alla collettività. In questi anni abbiamo assistito a una vera e propria speculazione ai danni degli ecosistemi montani e delle comunità locali. Abbiamo chiesto alla Giunta di impegnarsi affinché questo tipo di progetti non siano considerati di pubblica utilità, per non trovarci nel paradosso per cui a un investitore privato è consentito espropriare un bene di altri, anche pubblico o collettivo, per la costruzione di impianti che impattano pesantemente sul territorio».


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